Le condizioni ideali per praticare Yoga e il rilassamento. Yoga con Giusi – lezioni di yoga: Insegno Ashtanga Yoga, Hatha yoga, Ginnastica posturale in diversi centri della città di Bologna e online. Foto di Elena Carletti
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Le condizioni ideali per praticare Yoga e il rilassamento

Le condizioni ideali per praticare Yoga e il rilassamento. Non dobbiamo trovarci nelle condizioni ideali per praticare yoga, anzi.  Possiamo imparare che mentre attorno a noi (e dentro di noi) tutto fa rumore, abbiamo un’oasi di pace, saggezza, amore, celata dentro di noi. E così scopriamo che in mezzo al turbinio, alle cose che non vanno come vorremmo, alle scelte che non siamo in grado di fare e agli obiettivi che ci paiono irraggiungibili, c’è un nucleo intatto in noi di quiete e serenità. Quel nucleo, se impariamo ad ascoltarlo e a prendercene cura, ci dà anche il coraggio di superare ostacoli e di essere ciò che siamo senza timore di giudizio. (Yoga con Giusi)

 

Le condizioni ideali per praticare Yoga e il rilassamento

(di Giusi Montali)

 

L’altra sera durante il rilassamento un allievo si lamentava della confusione al di fuori della sala: era disturbato dalle voci e dal chiacchiericcio che gli impedivano di potersi ristorare nel silenzio.
Ne ero leggermente rammaricata ma poi ho pensato che poteva essere un’ottima metafora della pratica. Non dobbiamo trovarci nelle condizioni ideali per praticare yoga, anzi. Spesso arriviamo allo yoga perché siamo a pezzi, priv3 di fiducia, il corpo urla e ci impone di prenderci cura di noi, la mente in preda a paure, ansie e angosce. Il malessere, a volte il dolore, ci impone di cambiare qualcosa nella nostra vita e spesso arriviamo allo yoga perché qualcuno ce lo ha consigliato, oppure perché abbiamo provato di tutto e quella è la nostra ultima opzione. Sì, ci possiamo arrivare con un misto di scetticismo e incredulità…
E così scopriamo che in mezzo al turbinio, alle cose che non vanno come vorremmo, alle scelte che non siamo in grado di fare e agli obiettivi che ci paiono irraggiungibili, c’è un nucleo intatto in noi di quiete e serenità. Quel nucleo, se impariamo ad ascoltarlo e a prendercene cura, ci dà anche il coraggio di superare ostacoli e di essere ciò che siamo senza timore di giudizio.
E quindi il silenzio sarebbe la condizione ideale, ma se essa non potesse esplicitarsi allora possiamo imparare a osservare con distacco e tranquillità ciò che è con le sue imperfezioni e approssimazioni.
Dobbiamo allora fare silenzio non tanto attorno a noi ma dentro di noi, sospendere il nostro giudizio, attutire le voci interiori che continuamente rimuginano sul passato e fanno ipotesi per il futuro. Possiamo imparare che mentre attorno a noi (e dentro di noi) tutto fa rumore, abbiamo un’oasi di pace, saggezza, amore, celata dentro di noi.
Così, anche se il mio rilassamento a termine pratica è turbato da rumori provenienti da altre stanze (conversazioni, pianti, telefoni che squillano) o dall’esterno (traffico, clacson, i tacchi di un passante, valige che vengono trascinate, schiamazzi), io posso osservarli senza farmi turbare e riportare l’attenzione al mio corpo sdraiato a terra, al senso di felice pesantezza e all’energia vibratile che sento scorrere dentro di me.

*credits: la foto è di Elena Carletti

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